Tuesday, January 30, 2007

Mezzo bicchiere. Discoverin' Florence

La tesi mi sta mettendo sotto, tanto che a momenti perdo la percezione della natura triennale della mia laurea e mi sembra di fare uno studio super-specialistico per chissà che ente internazionale.
La mia giornata tipo negli ultimi giorni è stata la seguente:

5,30 a.m. suona la sveglia, rotolo giù dal soppalco, teiera sul fuoco, rapida visita in bagno, colazione consumata con tanto di ustione dell'apparato digerente.
6,15 a.m. giacca, sciarpa, borsa in spalla e giù in strada (è inquietante muoversi a quell'ora nella città deserta).
6,46 a.m. raggiunto il lontanissimo binario del piazzale est, mi accomodo su uno squallido regionale, pronto a recuperare qualche minuto di sonno.
8,20 a.m. arrivo in S.M.N. e mi avvio a piedi verso una direzione casuale con meta la Biblioteca Nazionale.
9,30 ca. arrivo e inizio consultazione periodici messinesi degli anni Trenta
2,30 p.m. pausa pranzo (solitamente un pezzo di pizza comprato nei paraggi alla modica cifra di 2,50 E!)
3 p.m. fine pausa pranzo e si riprende in compagnia dei cari succhi gastrisci che lamentano il pasto frugale...
6 p.m. mi avvio verso la stazione cercando di assaporare un pò di città.
8,30/10,30 p.m. possibile arrivo a casa...

C'è chi nella vita sa vedere il bicchiere mezzo pieno, chi mezzo vuoto (e qui le malelingue, senza pensarci troppo, mi includerebbero istantaneamente nella seconda categoria...). In realtà, per quel che mi riguarda nè l'una nell'altra: io vedo solo mezzo bicchiere.

Questo non vuol dire però, attenzione, che vedo un mondo costantemente grigio. Difficile convincere però chinì mi conosce che non sono un eterno pessimista.

Il mio è un mezzo bicchiere perché (vi sembrerà impossibile) non ero mai stato prima a Firenze e nonostante tutto non posso che godermi i miei pasti miseri affacciato sull'Arno, i vicoletti scoperti perdendomi ogni volta, il centro storico illuminato la sera o i punti significativi della città pedinando una delle tante comitive dagli occhi a mandorla. Spero soltanto di tornarci più avanti, con calma, per una visita da bravo turista: si accettano adesioni, affitto un pulmino?

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Friday, January 26, 2007

"Incatenato" (a pag 123...)

Ed eccomi incatenato, vittima di Anja, anello di una delle catene che hanno preso a girare sul web. Vista comunque la natura della catena, non mi infastidisce perpetuarla: in fondo è piacevole (un pò come il confino fascista secondo l’autorevole parere storico del cavalier Bellachioma).

Allora... per iniziare si prende il primo libro a portata di mano, corretto?
Ma vale qualunque libro? Uhmm... Scarto i cumuli di monografie storiche (o volete un estratto sul popolare tema "Il fascismo in Sicilia"?), ed ecco, redivivo, quel caro volume, iniziato ormai mesi fa, e fermo a vegetare ormai da tempo intorno a pag. 200. Dunque, vado a pag. 123, salto le prime 5 righe:


…i partigiani stavano pressati contro le pareti e guardavano a un tavolo dove tre uomini ondulavano, colpiti a morte. Il parabellum del legionario era al suo posto sulla tavola rotonda, ancora rivolto ai tre, innocente e tigrino. (B. Fenoglio, Il Partigiano Johnny)


(I miei post non saranno frequentissimi d'ora in poi. Riesco ad evitare di tornare giù per la tesi, ma non di fare avanti e dietro Bologna-Firenze. A presto)

Dimenticavo... passo la catena a: Fabrizio (sempre che abbia voglia, per una volta, di concedersi un post disimpegnato), Wild honey (eri già stata nominata?), e Giorgina (dalle catene non c'è scampo!). La pena per chi interrompe la catena sarà la visita impegnativa di MondialCasa.

Tuesday, January 23, 2007

Starway to the 4th floor

Ho praticamente sempre vissuto in appartamento e sempre al primo piano. Per questo motivo non sono mai stato un assiduo frequentatore degli ascensori, salvo da bambino quando anche quel breve giro equivale ad un viaggio lunare. Ora, avendo preso casa in questo nuovo appartamento, al 4° piano, ho scoperto che frequentare l’ascensore comporta momenti d’imprevisto imbarazzo. Il pericolo è sempre in arrivo: un altro condomino sconosciuto, dall’età spesso incerta, pronto ad avvalersi del medesimo servizio ascensore.

- Che piano?

La risposta può essere di norma seguita:
a) da un interminabile (freddo) silenzio, pur nel breve tratto di discesa/salita.
b) da una mitragliata di domande e istantanei aneddoti circa non meglio identificati condomini, ad opera di vicini troppo “estroversi” e ormai attempati. L’imbarazzo varia poi, qualitativamente e non quantitativamente, a seconda che il compagno di viaggio sia uomo o donna, giovane o anziano, con o senza ingombranti pacchetti. Morale: se non ami socializzare, meglio le scale.

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Friday, January 19, 2007

B.r.a. (braccia rubate all'agricoltura)

Sarà che si sta riappropriando di me quella mia vena dall'esterno definita "pessimista", ma ho l'impressione che tra il sottoscritto e le complicazioni inaspettate esista un particolare feeling. Finiti gli esami, con quasi tre mesi per completare la tesi (già in discreta parte elaborata al prezzo di un'estate di parziale reclusione), a non sentirmi sollevato e tranquillo dovrei davvero essere un folle. Ma come dicevo, per una legge di Murphy non scritta, tutto si aggroviglia, come i miei rasta. Ecco allora, che rientrato da pochi giorni a Bologna, dopo 4 settimane passate presso le sacre sponde, la prof. della tesi decide di rispedirmi in Sicilia a cercare improbabili fonti. Quindi a monte i miei progetti per l'immediato futuro prossimo, e via al più presto alla ricerca di documenti in giro per i fatiscenti archivi e fondi della mia amata Isola.
Aggiungo: maledetta la Moratti e chi le ha scritto la riforma.

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Tuesday, January 16, 2007

Trompe-l’oeil

(pensieri prima di andare a letto...)

Juan Mirò, Composizione, 1933.


Chiudo gli occhi, soltanto per un attimo,
giusto il tempo di far scender sulla scena
rapido il sipario e sospenderla su una tela leggera
così che la visione si scopra ricordo,
quasi impalpabile, color pastello.

Ma per un attimo,
per un istante soltanto…

E come in un gioco di bambino
(o nell’arbitrio di un’ ubriaco),
come dalle mani corrugate di una sarta
riaperti svelti gli occhi, concluso quell’istante,
lo sfondo a volte può apparire mutato
e abbozzare sul telo bianco di domani
le ombre cinesi di un viso, di due mani
come passi morbidi su una spiaggia nuda.

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Thursday, January 11, 2007

“strozzati inghiottiti come olive ascolane…”

Avete presente le code infinite d'auto ai caselli stradali principali il giorno di ferragosto? Sostituite alle auto individui, alle autostrade i corridoi straripanti di un negozio d’abbigliamento: avrete allora in mente lo spettacolo cui sono stato costretto. Scene di caccia rabbiosa al capo scontato, dinanzi allo sguardo supplicante di commesse e commessi in trance.
Io odio fare compere. Odio farlo in tempi normali (con flussi di clienti nella media). Lo odio, ancor di più, in tempi di saldi. Ieri sera mi ero lasciato convincere, visto la stato deficitario del mio guardaroba, ma sono riuscito a darmela a gambe.
Scusate donzelle all'ascolto, so che non potete capirmi.

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Monday, January 08, 2007

Uomini-libro

Ricordo che, in un lontano pomeriggio estivo a casa di Fabiuzzo, parlavo del libro di Bradbury, appena letto. Fabio mi dice di averne visto il film, che scoprirò poi essere di un certo Truffaut (che fino allora non avevo neppure sentito nominare, che ignorante!). Ebbene, qualche sera fa ho soddisfatto tale mia curiosità. A dire il vero, il film differisce per molti aspetti anche fondamentali con il libro, e devo dire che certamente non è all'altezza dei migliori lavori del regista francese. Ma non è il tema del post.
La visione di Fahrenheit 451 mi ha, infatti, suggerito una vecchia domanda, a lungo rimasta sopita. Avete presente gli uomini-libro? Sono esuli, volontari e non, che sfuggono alla realtà "falsamente idillica" del mondo - dove i libri sono proibiti perché fonte prima d’infelicità - e divengono libri essi stessi, imparando e facendosi custodi di un libro. Mi sono allora chiesto, quale libro sarei stato io in quel mondo surreale (e in tutto ciò, l'utopia maggiore sarebbe pensare di poter io memorizzare un intero libro, ricordando a fatica persino le date delle guerre mondiali).


La prima risposta che mi balza in testa è Baricco, senza dubbio tra i miei preferiti. Nel caso cosa scegliere tra lo stupendo "Castelli di rabbia" e gli altrettanto belli "OceanoMare", "Seta" e soprattutto "Novecento". Già "Novecento", che come mi suggerisce Marco presenterebbe il non trascurabile vantaggio delle poche pagine. Ma mi sorge subito un dubbio su Baricco: è un autore certamente affascinante, ma che se per alcuni (me compreso) è eccezionale, per altri è l'esatto opposto. Come rischiare la fatica di tramandare un autore che le future generazioni potrebbero non amare?
Escludendo per ovvi motivi Bradbury, e con uno sforzo restrittivo disumano, restano il "Werther" di Goethe, "Il giovane Holden" di Salinger e il magnifico Baudelaire. Escudo Charles, visto che non conosco una parola di francese, e in italiano proprio non gli si dà il giusto onore.


Restano Werther e Holden. Come scegliere? Gerry, proviamo a chiedere l'aiuto del pubblico

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Saturday, January 06, 2007

Indosso il mio vestito buono

René Magritte, Gli amanti, 1928

Esitanti le mie mani stringono una cravatta
su un doppiopetto diafano.
Uno sguardo appena allo specchio
ed in strada, già scalzi, i miei piedi innalzano
polvere che, ormai straniera, più non mi appartiene.
Nomade la mia testa si lava allora di pioggia che,
sputatami addosso da un cielo ovattato,
ricalca sul viso quelle rughe, di sale foderate.

Il biglietto è dentro il cassetto, il primo in alto,
tra pellicole livide, rifrazioni di sorrisi, tremori remoti.
Dentro quel cassetto una nuova promessa, mai rimborsata:
ma forse infine giungerà flautato quell’eco,
fragile, a raddoppiare sotto i portici il risuonare dei miei passi.

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Wednesday, January 03, 2007

Il maglione nero

Sul fondo dell'armadio ho trovato, durante le ultime feste, un vecchio maglione di cui avevo perso memoria. Era piuttosto infeltrito, forse rovinato da una delle mie prime "criminali" lavatrici. Non si trattava di un qualunque capo d'abbigliamento. Era stato quello, infatti, in un Natale di qualche anno fa, un suo regalo. Tale ritrovamento archeologico non ha però destato in me nostalgia o suggestioni simili: è stato semplicemente come attraversare di passaggio una stanza del recente passato, in punta di piedi ma senza pathos. Tra qualche giorno rilascerò queste mura, questo cielo. Quel maglione tornerà, presto dimenticato, sul fondo di quell'armadio.

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Deserti (2)

Certe cose, poi, non cambieranno mai.

S. Dalì, Atavistic vestiges after the rain, 1934


Prima ancora che l’alba accenda i miei zigomi,
introiettato da deliranti cadenze, un vuoto
si inframmezza, antico come visi marmorei,
ad asfissiare le riposte calibrature del cuore,
a rinserrare aguzzi gli occhi.

È la notte che io vivo:
oltre la sur-realtà del sonno, boccheggio.

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Tuesday, January 02, 2007

Come l'inchiostro

Se il buon giorno si vede dal mattino devo suppore che gli auguri di qualcuno per questo ancora embrionale 2007 non fossero del tutto sinceri, ma anzi venati di malizia. Il mio umore in questi primi due giorni è stato e sarà nero. Il mio spleen mi allontana dal post che avevo deciso di scrivere, ma non mi va di innescare alcuna polemica. Sarebbe poi inutile, visto che c'è chi sa - con un'abilità non inferiore a quella di Kandinskij - ribaltare come un guanto la realtà, e dunque puntare il dito, accusare di mancanza di rispetto, o insensibilità, o di aver superato il limite. Ma mi spiace, e mi spiace soprattutto di avere negli anni soprasseduto, dimenticato in nome dell'amicizia altre ferite al mio orgoglio: c'è chi - pur nel torto (secondo il mio personale giudizio)- non lo fa.


W. Kandinsky, Composizione VI, 1913

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