Wednesday, February 21, 2007

Sabbia e farfalle

Procrastinare. Fino a poco tempo fa non conoscevo neppure l’esistenza di questa parola, non ne conoscevo il significato. Eppure, da subito, mi è sembrato quasi mi fosse stato cucito appositamente addosso, tanto si prestava a definire me, la mia vita, un suo particolare momento almeno, quando oltre le nuvole vecchie certezze svanivano.
Oggi, pur innanzi a nuovi orizzonti, continuo prorogare. Ma è solo una condizione momentanea, così dev’essere: per un mesetto almeno devo concentrarmi su altro, non posso permettermi ansie e malumori. Poi non ci saranno più spazio per scuse e rimpianti.

Forse la vita non è che la corsa d’ogni giorno sul sentiero che conduce all'altare di un sorriso. Ma ogni regola ha un'eccezione, ogni strada i suoi bivi. E nessuno mai saprà qual è il momento esatto in cui la certezza si fa dubbio, quando in una selva d'innocenza e vanità la luce smette d’essere luce per vestirsi solo d’ombra e polvere.

Come la memoria di un giorno che si spegne. Un sorriso strappato all’alba dell’ultimo tramonto. Come in una musica mai ascoltata dalla fine del mondo. Oltre la finzione di un orizzonte non più limpido, senza la solitudine di un battito, liberamente, gli istanti si susseguono silenti, incalzando la quiete del crepuscolo che verrà, pronti ad abbracciare la libertà del primo placido alito di primavera. Ci sono giorni speciali in cui tutto si mostra – se non semplice – meno difficile, giorni attesi da sempre in cui la strada più bella non è mai la più facile. Sono giorni in cui, anche se appannati da nembi, velati d’indeterminatezza, anche un timido raggio di sole può fare di ogni sguardo al domani una boccata di viva speranza. Perché ciò che ancora non è stato scritto non può essere cancellato. Forse. Ed io ho bisogno di ritrovarmi sognatore.

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Friday, February 16, 2007

biscotti e Schopenhauer

Stamane una telefonata dalla Segreteria di Facoltà mi ha fatto conoscere livelli di ansia e panico mai provati prima, tanto che la camomilla che fungeva da mia colazione - nonostante le note proprietà sedative – mi ha calmato quanto uno cui inizia a tremare la palpebra dopo il 12° caffé. Venuto a capo del problema burocratico (di cui mi riconosco colpevole, ma con alcune attenuanti non generiche, e quantomento un concorso di colpe), occorreranno chissà quante ore prima che dal mio stomaco l’ansia sublimi via. Per accellerare la normale ripresa voglio richiamarmi ad un immagine, un frammento di vita colto di sfuggita qualche giorno fa.

Di ritorno da un’ennesima pratica burocratica (a volte la notte ormai ho incubi in cui impersono il povero
signor K di Kafka), . con la coda dell'occhio scorgo proprio dinnanzi la Chiesa di S. Stefano due bambini (credo un bimbo ed una bimba), piccoli, di non più di 5 anni e forse anche meno. Il vuoto della piazza era interrotto dal transitare sporadico di passanti, ai bordi poca gente seduta in bar, qualche studente seduto a leggere un libri, l’immancabile saltinbanco con il suo strumento. Uno dei due bambini con passi quasi impercettibili, statici, si avvicina all’altro e lo abbraccia. Intanto il musicista improvvisa poco più in là poche note con il suo flauto.
Io rallento il mio passo fin quasi a fermarmi, poi procedo oltre tenendomi stretta l’immagine.
Forse il caso si compiace di seminare in giro per il mondo spicchi di serenità, che non sempre si ha la fortuna di incontrare. Buona vita.

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Wednesday, February 14, 2007

Pacchido

Sarebbe banale qualunque discorso sulla ricorrenza di San Valentino o San Faustino. Mi limiterò a fare un piccolo omaggio ai visitatori della "Coscienza".

(Questa animazione, interamente realizzata in paint, è stata creata da me circa 6-7 anni fa)

A tutti un buon S. Valentino e buon S. Faustino (Io stasera me ne starò con De Felice e la sua immensa biografia di Mussolini).

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Monday, February 12, 2007

Calligrafie (1)

Ho inciso solchi su domani di sabbia
abbozzando, sottopelle, in crepuscoli suadenti
il lazzo sinuoso di un sorriso immaginato.

Aguzzo l’archetto ora sfrega vermiglio
finché stride, diuturno, sulle mie vene scordate
e recide, statico, l’stante inseguito
lacerandolo in brandelli pallidi
su un pentagramma ormai saturo
su uno sguardo soltanto lambito
nello strofinio sferzante che lento spira

Ho tracciato domani con foglie di stramonio
e plumbeo quel sorriso appesantisce il respiro
nel silenzio mendico di velluto e seta.

(E. Munch, Giovane donna sulla spiaggia, 1896)

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Friday, February 09, 2007

Eterno e tragico

Alzi la mano chi, dopo neppure 2'', non ci vede una flautata immagine dell'Amore...
Ok. Ora, chi ci vede un'immagine triste?
Non me ne vogliano le anime dei due defunti vecchi di 6 millenni e di recente rinvenuti in uno scavo a Mantova, ma mi hanno riportato alla mente una mia vecchia riflessione: perchè la visione "letteraria" dell'Amore è una visione nettamente tragica? Mi spiego meglio: perché l'Amore universalmente riconosciuto come "vero" è quello dal finale nero, alla "Romeo and Juliet" per intenderci? Eppure esisteranno (o saranno esistiti) "amori veri" a lieto fine anche fuori delle favole della Disney.
Penso ai più belli film d'amore, tra quelli che ho visto: 'Jules e Jim'; 'The Butterfly effects'. Passiamo alla musica: 'With or without you'. Qui la nozione d'Amore è legata all'abbandono, alla rinuncia (in varie forme).

Ma mi sorge una domanda, ripensando ad un vecchio episodio dei Simpson (quello dell'angelo, ricordate?): e se fosse la trovata pubblicitaria di una qualche multinazionale, visto l'approssimarsi di San Valentino?

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Thursday, February 08, 2007

Metaviaggi

È stato Marco a passarmi la notizia, ed è di quelle che prima ci ridi su, poi ci rifletti un pò, distrattamente, ed infine ti lasciano dentro una sensazione particolare.
Si potrebbero ora chiamare in causa aspetti sociali (dalla difficoltà di comunicazione, al permanere di zone di analfabetismo, ecc.), si potrebbe ironizzare sulla capacità di orientamento di alcuni esponenti del sesso femminile, oppure - ed è questo il caso - si potrebbe allargare la discussione, fantasticare, immaginare cosa potrebbe essere perdersi, sbagliare strada ritrovarsi da tutt'altra parte (come "suggerito" da Anja e Nandina, che spero mi perdoneranno per questo mio scippo).

Il tema è: Prendere un treno (o un altro mezzo più veloce di un carro a buoi), a caso o per errore. Ritrovarsi dove?

Personalmente l'unico treno preso per errore è stato il Regionale per Livorno e non per Lucca, con la conseguenza di ritrovarmi ad Empoli anziché a Prato. Purtroppo sono un somaro in geografia (ad esempio, non mi sono ancora del tutto persuaso che Urbino non si trovi in Toscana!).

Ma tornando alla domanda, scendendo da questo metatreno mi piacerebbe trovarmi in un qualche piccolo paese nordico, un villaggio di poche anime, magari di pescatori, dove non esista un solo negozio di souvenir. Ne immagino le case, i vicoli, l'aria salmastra, gli odori del porto, piccole bettole dove scaldarsi e mettere sotto i denti qualcosa di tipico. Immagino, infine, un'atmosfera distante secoli da me, dal mio mondo.
A tutti buon viaggio, Lacio drom...

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Wednesday, February 07, 2007

Liste d'attesa

Visto che per tutto il giorno, e con grande perdita di tempo, sono stato a far mille file, mi è venuta in mente una riflessione (di cui mi scuso anticipatamente per la banalità). Io sono di quelli che se ne sta buono buono ad aspettare il proprio turno, senza pensare neppure di scavalcare gli altri, magari sperando di poter scambiare due chiacchiere amichevoli.
C'è invece chi lo fa, e senza rimorsi. Ad esempio ieri sera al Penny market sotto casa mia, benché avessi meno di 6 euro di spesa, un tizio mi ha chiesto se lo lasciavo passare perchè aveva solo due bottiglie di spumante. Prego, passa pure (ma non è che avessi chissà che carrello starcarico). Almeno ha avuto l'accortezza di chiederlo.
Più grave è quando nella vita c'è chi non rispetta la fila, non si cura dei diritti dell'altro, "non aspetta il proprio turno" (e non parlo di file alla posta).

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Monday, February 05, 2007

Leggi di probabilità (alti e bassi di un weekend)


- Quante probabilità ci sono che una telefonata giunga inaspettata a connotare positivamente il proseguo di una serata? [Più di quelle che avrei creduto]

- Quante sono, invece, le probabilità che uscendo di casa con una certa fretta ti scivoli di mano la chiave del lucchetto della bicicletta che un tuo amico ti ha appena prestato, e che questa, cadendo, ribalzi rumorosamente tra i bordi metallici di una grata per poi sparire sul fondo? [Non così poche, evidentemente]

- E quante sono le probabilità (specie per me che non bevo vino) in una Enoteca, alle 3 di un sabato notte, di ritrovarmi improvvisamente solo e inpezzato da una sconosciuta, a parlar d’arte, e che il viso di lei sembri un ritratto di Modigliani?

(A. Modigliani, Portrait of the Artist's Wife, Jeanne Hebuterne, 1918)

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Friday, February 02, 2007

...ora è a colorar nuvole...

Qualche giorno fa si è spento Luzzati. Ne apprendo la notizia da Marta, la stessa che me l'aveva fatto conoscere qualche tempo in giro per la meravigliosa Genova. Mi avevano colpito subito il livello fiabesco e onirico dei suoi disegni, quasi un geniale Peter-Pan artista. Il mio saluto...

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