Wednesday, November 22, 2006

Stramonio

Il primo respiro al mattino è di stramonio
distillato da un narghilè preso in prestito
che irrealizza e sospende lo scenario del vissuto
frapponendo un alone d’indeterminazione
come dietro un vetro smerigliato.

Biaccoso il primo sguardo sul mondo dintorno
sfuggendo quell’orizzonte generalizzante e grigio
che mescendo stramonio in affezioni anaerobiche
alla luce dell’ennesimo crepuscolo inerte si ritira,
di nuovo plumbeo, ancora dissacrante,
dinanzi al disfarsi di pur redivive ansie
come sabbia tra le dita d’un bambino.

D’illusione l’ultimo batter di palpebre alla sera
socchiuso su una quinta di rosa e azzurro
- forse ancora reale, forse già delirio -
quando di stramonio si profumano i sogni e le attese
sperando che quel viso ancora solo intuito
recuperi icasticità e presenza
riscattandosi dall’à plat dello sfondo
per cambiare - anche solo per un istante –
la direzione disincantata e smarrita dei miei passi
come un sasso che disturba la superficie piatta dell’acqua.

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