Friday, October 27, 2006

La vita dura del bravo cittadino


(20/10/2006) Premessa. Indipendentemente dal momento in cui posterò questo scritto, sappiate che mentre scrivo la notte è già in fase discendente, la mia testa è pesante e il mio stomaco sottosopra. È probabile, dunque, che risulti più dislessico e oscuro del solito.

Bra, appena sveglio, con gli occhi ancora appiccicosi e lo stomaco vuoto (visto che Meme aveva conquistato l’ultimo yogurt in frigo), imbocca direzione della biblioteca. Lungo la via, nota un cumulo cartaceo di documenti impiastricciati incollati all’asfalto inumidito dalla pioggia dell’alba. Rimane qualche secondo in dubbio, poi si ricorda di essere un buon cittadino, li raccoglie, li mette in borsa, poi si avvia finalmente verso la biblioteca.

Terminato le proprie ore di lavoro torna a casa, inizia a pulire i funghi e a cucinare per 6 (via Mascarella 60 è ormai un piccolo centro sociale occupato). Vuotati i piatti e scambiate due chiacchiere, in piena digestione inizia il tour del bravo cittadino, con le varie tappe burocratiche. Bra cerca su internet di recuperare un recapito telefonico della povera matricola, sfigata, ormai senza carta d’identità, patente e Postapay. Niente. Allora va al comando di polizia. Ma no, loro non posso prenderli, deve andare in questura (dall’altra parte della città). Intanto lo spettro del cattivo cittadino si fa strada, serpeggiante. Infine dopo essere stato dirottato per tre volte da tre diversi poliziotti in tre diversi uffici, Bra ripensa ad un vecchio cartoon di Asterix e Obelix, adorato da bambino, in cui i due eroi erano funambolicamente sballottati tra mille piani e uffici per beghe legali. Trovato l’ufficio adatto, il buon cittadino Bra viene anche infimamente sbeffeggiato dall’impiegato, che alla domanda “devo lasciarli a voi ‘sti documenti”, risponde con sagace sarcasmo “e che vuoi tenerteli tu?”. Applausi per lui.

La sera festa di laurea. Tutti si laureano tranne Bra. Al buffet si rischia l’infarto, ma la serata nasconde un ulteriore sorpresa: visita ad uno strano Jamaican Pub fuori Bologna. Musica reggae, tavole da surf alle pareti, atmosfera colorata, padelle ricolme di frutta esotica (mai vista prima) e succo alcolico e analcolico con lunghissime cannucce. Locale molto particolare, una piacevole scoperta.

In conclusione: Una giornata insolita, condita anche da un ingrediente che forse potrebbe fruttare qualcosa nel futuro prossimo, ma di cui non dirò (almeno per ora).

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