Monday, September 24, 2007

Tra un libro e un altro.

Negli ultimi tempi trovo difficile scrivere di libri, commentare un libro. La vedo come una grossa responsabilità: si corre rischio di non rendere il giusto onore all’autore, di essere stati condizionati nella lettura e nel giudizio da un qualche evento esterno, o – ad ogni modo – di “dissuadere” gli altri da quella lettura.
Ma avevo fatto quasi una promessa ad
Apepam, e dunque parlerò dell’ultimo di Baricco (in attesa di conoscere anche il suo di parere); e ne approfitto anche per dire qualcosa su quello di W. Allen.

Questa Storia (A. Baricco)
Scrivere ho scritto tanto. Ma scrivere è una forma sofisticata di silenzio”.

“Questa storia” è la storia di Ultimo, un bambino, un ragazzo, un uomo. Quello che ti colpisce di Baricco è la sua capacità di dipingere delle storie, delle vite, a limite del surreale (e talvolta anche oltre quel limite), ma mai con un tratto lineare, ma piuttosto ingarbugliato, fatto di diversi punti di vista, di vite diverse che s’intrecciano e danno senso al disegno generale. Quello che spesso spiazza, colpisce negativamente di Baricco sono – credo – certi eccessi, soprattutto quelli di carattere sessuale. Ma in “Questa storia” tale aspetto è appena accennato, come relegato in un angolo di secondaria importanza. Ci sono i sogni del protagonista dentro, o dei protagonisti per essere più precisi, sempre sul confine dell’inverosimile.
In questo libro, inoltre, ad ogni capitolo, Baricco sembra cambiare stile, forma, tono. Si passa da un ritmo lento ad uno frenetico, da un tono scialbo, ripetitivo e noioso ad un altro intrigante. Personalmente mi è piaciuto molto il personaggio di Elisaveta e il suo modo di raccontarsi e raccontare.
“Questa storia” non è consigliabile come primo contatto con Baricco, ma è – credo – una piacevole lettura per chi lo ha già conosciuto e apprezzato.

Rivincite (W. Allen)
Non solo Dio non esiste, ma provate a trovare un idraulico nel weekend”.

Una piacevolissima lettura. Allen è dissacrante con il suo umorismo, prende in giro se stesso, la sua gente, la letteratura, la religione, senza mai scadere nel cattivo gusto, il tutto poi tradotto da Luttazzi. Non all’altezza dell’Allen regista, ma non si può pretendere tutto dalla vita.

Labels:

4 Comments:

At 6:41 PM , Blogger apepam said...

Bra.. condivido pienamente il tuo pensiero!
Specialmente sui toni.. noiosi e frenetici. E su Elisaveta, in particolare.
La scena che piu' mi ha colpito e' stata proprio il suo giro in pista. In quel pezzo mi e' sembrato di stare sopra quella vettura, accanto a lei. E' stato incredibile leggere, vivere, tutte quelle emozioni una dopo l'altra. Diciamo che ha riscattato il libro..
Ero curiosa di conoscere il tuo pensiero..
grazie :)

 
At 7:40 PM , Anonymous Anonymous said...

Capisco la responsabilita' ...ma devi comunque farlo se questo e' il tuo lavoro.Un caro saluto e grazie del passaggio.

 
At 3:13 PM , Anonymous Anonymous said...

Ehi Bra-Akela, come stai?Era da un secolo che non facevo un salto nel tuo blog e tu che fai?parti per il CFA!!!!Bravo complimenti si vede dalle foto che è stato bello. Sempre appassionato di Baricco... e con i capelli che non si può capire come sono combinati.Le buone abitudini restano!!!!SEMPRE COSI'!!!!

 
At 11:53 AM , Blogger prostata said...

"In questo libro, inoltre, ad ogni capitolo, Baricco sembra cambiare stile, forma, tono."

Troppi ghost writer? :D

Scherzo... condivido il pensiero iniziale sulla responsabilità, ecc.

 

Post a Comment

Subscribe to Post Comments [Atom]

<< Home