Thursday, January 17, 2008

Sensazioni in affitto

Nella cultura del mondo antico, nominare, dare un nome alle cose significava possederle.
Nel giardino dell'Eden è Adamo a dare il nome ai diversi animali.

Ci sono sensazioni interiori che urlano dentro ma che non possiedo: non so dare loro un nome. Eppure chiedono di avere una definizione, quel nome che stabilirebbe con me stesso un rapporto. Ma è un'aspirazione che rimane latente, irrisolta, procrastinata.

( G. De Chirico, 1922, Il figliol prodigo )

Labels: , , ,

3 Comments:

At 8:51 PM , Blogger prostata said...

Secondo me bisognerebbe inventarsi parole da utilizzare disinvoltamente in caso di bisogno, incuranti del parere o della (in)comprensione altrui...

 
At 10:54 AM , Blogger Silvia said...

Per identificare bene le sensazioni che abbiamo nel nostro profondo a volte ci vuole tempo, anche anni e spesso è un processo che non dipende esclusivamente dalla nostra volontà.
Per questo motivo, quando ci riusciamo, quando certe cose si metabolizzano e diventano parte di noi, ci sentiamo più leggeri, più completi e tutto risulta più chiaro...

 
At 9:31 PM , Blogger Barbara said...

L'illusione antica (soprattutto eleatica) di piena identificazione tra essere/pensiero e linguaggio si frantuma ogni volta di fronte ai nostri parziali vocabolari che non sanno dare parole a ciò che straripa da noi stessi. Il problema è del linguaggio, non del cuore. E a questo dobbiamo rassegnarci. A volte vorrei sapere dipingere, o suonare per dare voce a ciò che il linguaggio soffoca.
A volte io mi sento non solo inesprimibile ma, come adesso, anche illeggibile. E questo, forse, è ancora peggio. Un abbraccio.

 

Post a Comment

Subscribe to Post Comments [Atom]

<< Home