Cul de sac
Dentro, nello stomaco un forte senso di torpore. In bocca un sapore amaro, una rimossa sensazione di gonfio nelle palpebre. Nausea, ma non per il cibo della sera prima.
I segni del tempo trascorso sono ovunque, sulla pelle, sui muri, oltre il vetro della finestra.
Eppure tutto sembra scorrere in una dimensione parallela.
La mia gola è una clessidra. Dentro non scorre sabbia, piombo. Piombo da mandar giù, dinanzi ad epifanie che squarciano il velo del quotidiano, dinanzi ad inaspettati incroci di vite, dinanzi a ciò che credevi relegato in chili passati di piombo. Il velo cade, ritorna per poi ricadere. Dietro il velo un quadro fisso: strano gioco dei miei giorni, giostra senza carillon. Il velo cade, mi ritrovo adolescente.
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