Friday, September 29, 2006

Alla fine mi hanno incastrato...

Eh si, sarò Akela quest'anno.
Sono già in ansia. Devo chiamare i genitori dei bambini nuovi (io che odio comuicare via telefono), contattare i vecchi lupetti (anche quelli che mi odiano). Le sorti di quei poveri bimbi sono nelle miei mani...

Labels:

Wednesday, September 27, 2006

Amarcord


Mi viene in mente una scena del “Il favoloso mondo di Amélie”. La protagonista trova un vecchio e polveroso cofanetto, il tesoro di un bambino.
Ieri, senza un motivo preciso, ho riguardato il lungo elenco di foto salvate sul mio hard-disk. Di certe, lontanissime, non avevo quasi più memoria.
Rivedere quelle foto di quasi tre anni fa però non mi ha fatto male, il senso di vuoto d’un tempo non si è fatto vivo. Forse quei fantasmi sono spariti e posso davvero guardare avanti. Vorrei solo riuscire a comprendermi così come allora, ma il modo in cui quel momento mi ha cambiato me lo impedisce, mi nasconde domande e risposte. Alcuni momenti ci cambiano rumorosamente ma senza lasciare traccia di sé, altri apparentemente si dissolvono.


«L'angoscia del tempo che passa ci fa parlare del tempo che fa» (da "Il favoloso mondo di Amélie)

Labels: ,

Monday, September 25, 2006

Di una vita

Lei arriva, inattesa. Bra ne è subito rapito. Il suo sguardo ne segue i passi, lenti, che cadono come la neve soffice e sottile dei film. Quei suoi occhi d’ametista non sfiorano neppure i suoi, eppure lei si siede proprio dinanzi a lui, separata dall’impalpabile staccionata dei due schermi e dei pc. Ad ampi sorsi, dettati dal ritmo pesante dei suoi battiti, Bra ne assapora il profumo, l’essenza, come un manichino prigioniero di una scatola prospettica. Cerca ancora quegli occhi, e in un brivido li trova, ma senza incontrarli. Sciamano intimi parole e pensieri, mai condensati in un sorriso. Zittisce allora i pensieri, ignora la fitta in fondo allo stomaco, rende sfocato lo sguardo, rimandando quell’incontro a scenari onirici, improvvisando il canovaccio di chi dimentica di non sognare più da anni la notte.

Kandinskij, Movimento di sogno (marzo 1923 )

Labels: ,

Sotto un ponte – puntata n. 3

Il trillo del citofono smorza l’attesa. Bra aspetta l’arrivo dell’ascensore carico di cinque borsoni ed uno scatolone ripieno di libri e pesante come piombo. Giù Meme sembra essersi volatilizzato (si scoprirà in seguito in cerca di parcheggio) e Bra se ne resta dinanzi al portone, in compagnia di una pila di bagagli, guardando il vuoto e a sua volta spiato dagli automobilisti spazientiti in fila al semaforo come un esercito inquietante di andrologi davanti un unico paziente. Meme si sbraccia dall’altra sponda ed inizia per Bra, carico come un mulo, una tripla traversata ad ostacoli. Tra discorsi e programmi di possibile immediato futuro i due giungono a destinazione.
Si ripete allora, non senza variazioni sul tema, la scena dell’ascensore. 1° piano. Bra si accorge con terrore del monito “Vietato usare l’ascensore come montacarichi”.
2° piano. Gli istanti scorrono lentissimi, pesanti come case. Nell’incubo di essere colto in flagranza di reato dai terribili vicini, Bra si spreme le meningi cercando di risalire ad etimologie, definizioni e differenze tra ascensore e montacarichi, pensando a come uscirne indenne.
3° piano. Bra scorge una donna con due bambini, una coppia orientale ed una donna anziana oltre la porta dell’ascensore, ode di sfuggita le domande smarrite degli astanti che si domandano la ragione di quella attesa prolungata. Fredde gocce di sudore gli solcano ormai la fronte, e quell’ultimo piano appare lontanissimo.
4°piano. In gran fretta Bra toglie il disturbo scaricando tutti i bagagli. Tira un sospiro di sollievo richiudendo le porte, mentre dal piano inferiore s’odono imprecazioni di misurata educazione. La chiave gira nella serratura e la porta si apre, lasciando intravedere il panorama post-apocalittico dell’appartamento appena ridipinto ed ancora in corso di sistemazione. Poi l’impensabile. L’ascensore gli si blocca davanti. Le sue pupille, atterrite, si soffermano su due anziani, all’apparenza due coniugi, perdendo così l’ultimo attimo disponibile per liberare il passaggio. I due restano imprigionati. Bra, con visibile imbarazzo, sublima l’impedimento, ma ormai è tardi. Lo sguardo dei due vicini di porta è di palese odio e tacitamente urlano: “Maledetto terrone”.
Bra si rifugia all’interno, tra le mura mute. All’arrivo di Meme la disavventura è già alle spalle, ora tutte le energie sono concentrate sul manuale d’istruzioni Ikea. Bra lo scruta quasi fosse una sfera di cristallo. La magia infine si compie, dopo appena tre ore di lavoro, per esclusivo merito di Meme (un duro colpo alla già labile autostima di Bra). Bra imbocca allora la strada verso quella che fino alla fine del mese sarà ancora casa sua e si perde nella notte.

Labels:

Tuesday, September 19, 2006

Dreads


Chi mi conosce sa da quanto desideri avere i rasta. Ora, questo mio piccolo grande "sogno" sembra si stia concretizzando, visto che autonomamente le mie ciocche stannno raggiungendo forme anomale di aggregazione, sebbene ancora lontane dalla tradizionale forma dei rasta (vedi la ciocca che termina con una doppia sigma, boh...). Al momento però si trovano in uno stato ibrido, quasi da fattucchiera medievale.
Una parte di me vorrebbe, forse per orgoglio autarchico, attendere che "spuntino" magicamente (ho scoperto che tenendoli legati l'effetto rasta è maggiore), l'altra vorrebbe accellerare il processo, pagando qualcuno per farmeli. Sono combattuto.

Labels:

Monday, September 18, 2006

Sotto un ponte – puntata n. 2

Qui da due giorni imperversa il diluvio universale. Week-end da recluso e dieta creativa visto il frigo vuoto, con consegna di pizza a domicilio in canoa. Per la serata proveremo la pesca d’altura (dal 3° piano), sperando passi di qui una trota o un cefalo.
La situazione casa non ha ancora imboccato la via di una più chiara definizione. Bonaccia. I tizi dell’agenzia fanno ostruzionismo dinanzi alla richiesta di rifare ex novo il contratto, così da svincolarmi legalmente. Sono in corso trattative. Intanto, lasciata la mia singola provvisoria in favore del mio subentro virtuale, sarò fino a fine mese ospite in casa mia. A questo punto la domanda è: anche in questo caso (sotto contratto e mantenendo un’igiene accettabile) l’ospite puzza già dopo tre giorni?

Labels:

Friday, September 15, 2006

Studio Aperto (Cervelli chiusi)

Il telegiornale di Italia1 è di gran lunga il mio "preferito". Lo consiglio a chiunque voglia assistere ad uno spettacolo comico-cabarettistico (al confronto Fede è fin troppo serio e serioso). Come dimenticare i servizi strappalacrime, con tanto di accompagnamento musicale commovente, dedicati ad animali di canili o zoo, ad intermezzare servizi di cronaca nera e politica. Per non parlare poi delle carrellate stuzzicanti dedicate a calendive, letterine e schedine, sempre rigorosamente in "abiti" quasi adamitici, con primi piani talmente lascivi da far arrossire Scicchi e Bras.
Ma stavolta lo staff giornalistico di quell’associazione a delinquere a scopo d’informazione – incredibile a dirsi - è riuscito a superare perfino se stesso.
Ricordate Maria, la bambina bielorussa che i genitori affidatari non vogliono rimandare in patria per preservarla da nuove violenze? Certo che sì. Rispettando la propria linea giornalistica, la redazione del tg ha prodotto sul fatto un servizio "condito" come tanti altri. La giornalista ispezionava la camera della bambina, estraendo dal cilindro indizi e segni di disagio, per rendere ancora più toccante la vicenda. Così le montagne disegnate su un foglio di carta erano "alte e impenetrabili come una prigione" e altre chicche di sapore forzatamente zoliano. Ma fin qui, tutto nella "norma".
Ad un tratto però, l’inviata, con gli occhi lucidi, legge da un foglio abbellito e disegnato: "Prometto, con l'aiuto e l'esempio di Gesù, di fare del mio meglio per: - migliorare me stesso; - aiutare gli altri; - osservare la legge del Branco". Un giuramento di fedeltà al branco dei suoi aguzzini deduce amaramente la sagace giornalista. Peccato che quelle siano le parole della promessa scout (I bimbi tra gli 8 e i 12 costituiscono il branco dei lupetti, vivendo l’ambiente fantastico del racconto di Kipling). Scopro quindi di essere un aguzzino in quanto capo-scout (Vecchio Lupo). Ed io che credevo di fare del bene.
Adesso chiudo, vado a costituirmi.

Labels:

Thursday, September 14, 2006

$uperman



Marcò me ne parlava da un anno almeno, così la coravana cinefila che compredeva anche il neo-bolognese Giovanni e il Turgiz (con Michele assente ingiustificato) si è ieri riunita per l'evento. Personalmente non avevo grandi aspettative, anche perché non ho mai amato particolarmente Clarck Kent. Ho trovato il film di Brian Singer (Daniele non sarà d'accordo) una gran palla con tanto di sbadigli a raffica. Non che mi aspettasi chissà cosa da un colossal, ma speravo in un film all'altezza degli ultimi Spiderman e Batman: così non è stato.

Per fortuna dopo i titoli di coda un'orchestrina improvvisata in Piazza S. Stefano ha reso meno soporifera la serata

Labels: ,

Sotto un ponte - puntata n. 1

[11/09/2006] Vi presento la mia nuova stanza. Non vi ci affezionate troppo perché lo sarà per poco, forse nemmeno il tempo di disfare del tutto i bagagli. Sembra infatti che ultimamente abbia una certa vena sadica che mi porta a complicarmi la mia troppo lineare vita, in un momento in cui avrei altro a cui pensare (gli ultimi due esami, la tesi, la domanda di laurea). Invece no. In barba alla comune razionalità, lascio questa bellissima casa (che ho ieri ritrovato ancora più bella di quanto ricordassi), per andare a stare con Meme a casa del Gibbo. Io non ho visto la casa, Meme mi assicura che non potrei restarne deluso, ma resta comunque un azzardo. Di certo quella (in principio di via Mascarella) ha in vantaggio di essere in pieno centro. Potrebbe dunque rivelarsi uno bazza, ma per chi è storicamente abituato a prendere pacchi non c’è da stare troppo tranquilli. Intanto i 50 euri mensili che dal Gibbo avrei dovuto risparmiare si riducono a 10 (visto che avevano dimenticato di aggiungerci l’affitto e riscaldamento). E scopro inoltre l’assenza della lavatrice.
Dunque un affare o un’altro pacco è in arriva al binario 4?
Restate sintonizzati, lo scopriremo presto.

Labels:

Sunday, September 10, 2006

Antropometria

Pur distante lo stridio del treno già richiude
lungo i binari origlianti di una vecchia stazione
lo scenario lieve di realtà al crepuscolo
e fraziona rapido il funambolico chiaroscuro
dinanzi l’orizzonte che in un attimo si trasfigura.

Si riaprirà lasciando intravedere un fondale fauve
dalla cromia diversa e più aggressiva,
e più concreto si avvertirà lo sciogliersi di illusioni,
fuggevole il picchiare invisibile di tacchi
sulla superficie rugosa del mondo.

In deserti di uomini la solitudine inquina il sangue
che infetto ne distrugge l’Es
usando come pastello quella salma morente
per intaccare sulle pareti bianche dell’esistenza
il segno di un altro giorno, di un altro anno.

Labels:

Thursday, September 07, 2006

Volver – Tornare

Il mio rientro a Bologna dovrà essere anticipato di un paio di giorni, per odiose ragioni burocratiche legate alla domanda di laurea. Così domenica sera sarò già in treno, e – salvo ritardo – dovrei risvegliarmi godendomi l’alba sulle pianure toscane, ed essere infine a casa nella prima mattinata. Il cambio di data ha comportato, oltre l’affanno da brusca variazione di programma che va ad aggiungersi all’ansia da ripartenza, il raddoppio della spesa prevista, per ottenere niente di più che un lussuoso posto in cuccetta da 6 sul confortevole e sontuoso 1920 per Milano c.le.
Vengo così meno alla promessa di tenermi bene alla larga da un ennesimo viaggio in C6. Il brutto dei miei viaggi in treno è che mi trovo sempre insieme a gente estremamente noiosa, sebbene immagini di non essere neppure io il massimo della compagnia. Devo ritenermi fortunato se becco un vagone di vecchi non troppo scatorrosi, generalmente cordiali e poco rompiscatole. La palma del viaggio peggiore spetta al Bologna-Milazzo dello scorso Natale, in cui un tipo sconosciuto, logorroico, e intellettualmente onnisciente (a parer suo) mi ha perseguitato per gran parte delle 14 ore di viaggio: la mia colpa era quella di essere come lui milazzese (ed io che pensavo di essere sufficientemente anonimo nelle mie apparizioni mondane in terra natia). Si colloca un gradino più basso il viaggio in C4 con una vecchia obesa, completamente strabica e puzzona, che mettendosi a dormire alle 21.03 ha garbatamente invitato la compagnia a spegnere la luce. Chissà che quest’ultimo non balzi in testa. Non me lo auguro.
Ad ogni modo continuo a preferire il treno all’aereo: meno ansiolitico e più poetico (direbbe Danilo).

Ieri variazione sul tema noia delle mie vacanze estive. Il cinema cittadino riapre e inaspettatamente propone “Volver” di Almodovar. Lo vedo con Maria, nella sala deserta. Era il mio primo film del regista spagnolo. Non l’ho amato, ma è stato gradevole e interessante.

Labels: ,

Monday, September 04, 2006

Rieccomi

Rieccomi, sbarbato, quasi riposato dopo una nottata e la pennica post-pranzo. Ritorno dalle fatiche logistiche di S. Stefano anche quest’anno felice di avervi partecipato. Ritorno ritrovando un po’ di voglia di non smettere nel mio servizio scout, pur constatando quanto sia più divertente fare scoutismo in Sicilia che altrove (almeno nella mia esperienza). Ritorno dopo aver passato delle bellissime ore con i bimbi e soprattutto con miei colleghi logisti. Era da tanto che non mi divertivo così, quindi un grazie va in particolare a Giuseppe, sempre più esilarante e testardo, a Moira, ad Alba, per la sua pazienza di fronte alla mia costante presa in giro, ad Orazio ed infine a Fabio, che ha spesso risparmiato a tutti buona parte del lavoro. Da domani riprenderà la routine. Libri, esami, preparativi per il rientro a Bologna…

Questi i lavoretti dei bimbi...

Labels: