Saturday, April 28, 2007

Cronaca di una giornata surreale

Padova, 26 aprile ’07

Surreale è indubbiamente la Metafisica di Giorgio De Chirico, ma non meno surreale è partire in treno e star via un’intera giornata con chi soltanto pochi giorni prima ha mandato a monte mesi di attese e di timidi passi verso un diverso orizzonte. La razionalità – d’altra parte – mi è sconosciuta ultimamente.
È stata ad ogni modo una gran bella giornata, superato il mio imbarazzo iniziale (specie all’andata in treno, vista la compresenza nello scompartimento di una coppia di ragazzi che amoreggiavano pacatamente: impossibile non notare l’incongruenza delle due coppie). De Chirico poi mi ha stregato più di quanto mi sarei aspettato. Sarà stato per questo forse che in un attimo di estasi spirituale, nella sala ove erano le tele a parer mio più significative, con lei ad una spanna da me, ho sentito dentro un profondo abbandono: aveva quello la stoffa di essere uno dei momenti perfetti, di quelli da ricordare per tutta la vita, ma non poteva esserlo.


Ho inoltre trovato il mio quadro, una tela che rappresenta perfettamente il mio attuale modo di essere, di pensare, di guardare alla vita. Si tratta di una delle primissime tele non più accademiche di De Chirico, L’Enigma dell’Oracolo.

Il quadro rappresenta la solitudine dell’uomo, o meglio di un uomo, dinanzi all’infinito, in una ripresa poetica di Leopardi, in una concretizzazione del pensiero di Schopenauer e Nietzsche, nonché sintesi perfetta di quanto ho provato a spiegare qualche post fa.
La solitudine è quella dell’uomo sulla sinistra (Ulisse), nascosto da un velo, e dunque celato, estraniato, in quella che sembra un’anticipazione dell’espediente cui più tardi ricorrerà Magritte. Una giornata che ricorderò a lungo.

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Monday, April 23, 2007

Corsi e ricorsi

Forse non tutti hanno diritto di essere felici. Nonostante le migliori apparenze.

(V. Van Gogh, Starry Night)

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Tuesday, April 17, 2007

Surrealtà

Per quattro notti non ho chiuso occhio, insonne. Vivo tra il sogno ed una realtà cruda e tagliente


(W. Kandinsky, 1910, Improvisation 7)

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Friday, April 13, 2007

Andata e ritorno

Ripartire da casa, già riempire la valigia, lascia sempre un sapore amaro in bocca.

Superate le prime 24 ore (consumate tra le quattro mura della mia vecchia stanza a vegetare), questo mio breve soggiorno a casa mi ha fatto bene. Ho, infatti, riassaporato piccoli piacere rimossi. Su consiglio di Marco ho abbandonato (solo temporaneamente, mi auguro) la lettura de "Il partigiano Johnny", che da mesi e mesi oramai era divenuta una tortura. Sto leggendo adesso "La nausea" del mio sempre più amato Sartre, e ritrovo finalmente il piacere della lettura. Così il mio terzo Fenoglio si aggiunge a Siddharta, nella lista dei libri mai terminati.
Piacevole è stato il pomeriggio in spiaggia, seppure in una giornata non propriamente estiva, il mio bagno (della durata approssimativa di 5", vista la temperatura dell'acqua), i match a scacchi e a carte. Il pomeriggio si è poi concluso dinanzi ad un bicchiere di granita (fragola e panna per me!) ed una brioches. Ma piacevole è stato anche starmene a giocare a tirare i rigori con Jack, il mio cane, che tra un tiro e l'altro mi concedeva qualche altra riga di Sartre.
Ma non mi spiace ripartire, sono lì rivolti i miei pensieri: lì ho delle ansie in sospeso.

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Friday, April 06, 2007

Ricercata eufonia

Dinanzi a noi, ai nostri sguardi straniti, centinaia, migliaia di vite ci sfiorano, rapide, presto inghiottite dallo sfondo e risputate altrove. Visi che nascondono storie diverse, simili talvolta, ma mai uguali ad altre, uniche. Piedi che percorrono strade e sentieri invisibili, dettati dalla mente e dal cuore, incomprensibili ai più. Vite che resteranno a noi sconosciute, interdette.
Dinanzi a noi l'immenso, dentro di noi una solitudine profonda, che riecheggia al suono di passi solitari, sotto un portico nel silenzio, mai raddoppiati. Da qualche parte là fuori forse c'è Lei. Anima gemella qualcuno direbbe. Fato preferisco chiamarla io.

Non esistono regole in tal senso, chi millanta di averne la ricetta è solo un pazzo o un burlone: nessuno, infatti, sa come può accadere, o quando accade com'è accaduto, di scegliere una vita e volerla abbracciare, fare propria. Te ne accorgi lentamente, come un sibilo interiore che pian piano acquista melodia e vigore. Allora, anche tra la folla, la vedi, è li dinanzi a te. Anzi, ti basta chiuderli gli occhi, e il suo profilo appare, nitido, abbozzato ad ogni battito.
Quel sibilo ora è ritornello, un eco che barcolla incerto, come le urla di uomo solo nella notte.
Lei è qua, non distante da me, eppure non è quì per me.

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Thursday, April 05, 2007

adiaforia

(A. Rodin, The Thinker)




Una notte, un eschimese sognò di un deserto,
di cammelli e di sabbia, ma intorno a sé
vedeva solo ghiaccio: il sole era lontano.
Quella stessa notte, giù sotto l’equatore,
un bambino provava a disegnarsi nella mente,
quel grande deserto bianco, sconosciuto,
di cui un mercante aveva raccontato.

Appena sveglio l’Inuit prese a raccontarlo,
a svestire quel suo sogno inatteso,
dinanzi alle orecchie e a gli occhi scettici
di chi incredulo lo ascoltava e lo prendeva per matto:
il sole continuava ad esser lontano.
Per tutta la notte, quel bambino
nella sua tenda scriveva una canto interiore
ove sfilavano uomini e donne impellicciati,
strani animali, orizzonti di ghiaccio:
ma il mare rimaneva distante.

Così al mattino, appena sveglio,
nel disfarsi della notte, non smetto di pensare a Lei,
continuo a scrivere di un amore, di due destini.

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Sunday, April 01, 2007

when I was younger I was told...


(da "Peter Pan" di M. Barrie)
«Riordinare ogni notte i cervelli dei loro bambini, dopo che si sono addormentati, è uno dei lavori più importanti delle buone mamme.
Vi rovistano e raddrizzano tutte le cose per il giorno dopo, rimettendo a posto i molti oggetti che, durante il giorno sono andati a zonzo qua e là.
Se voi poteste svegliarvi (ma è chiaro che non potete), sorprendereste le vostre mamme occupate in queste faccende e prendereste grande interesse a osservarle. È come se riordinassero i cassetti
»

Vai a sapere perché, ma da piccolo mia madre era solita ripetermi: "Quando sei grande devi farti fidanzato con una bella ragazza coi capelli rossi...!"
Per una volta non mi sarebbe spiaciuto assecondarla...

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