Sia paziente, volevo solo essere alternativo...

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Prove tecniche di effimera introspezione (nonché i dolori del giovane Bra)
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Parliamo del Pinocchio di Collodi (non quello della Disney, di Benigni o delle altre mille varianti cinematografiche). Tutti conosciamo il simpatico personaggio dal lungo naso di legno.
Il nuovo oppio dei popoli, oggi, non rientra nella lista ufficiali delle droghe, leggere e no.
Anche il consumatore-tipo di serial è alienato dal mondo: si sveglia dentro la sua tenda su un’isola semideserta, accenna un saluto a Jin che pesca sulla riva mentre l’occhio gli cade sulla scollatura di Kate; stanco di mangiar manghi a colazione chiede ed ottiene il favore di Hiro Nakamura che si teletrasporta ed in un attimo gli offre una tipica colazione inglese con tanto di cornflakes. Ma la nausea che consegue alla colazione fagocitata troppo in fretta lo spinge alla ricerca della dottoressa Grey, che però non si trova (Grissom – tra l’autopsia di uomo di neanderthel criogenizzato e l’analisi di un pelo pubico di eschimese ritrovato sulla carrozzeria di una porche – gli rivela di averla vista imboscarsi con Seth Cohen dentro la botola). Si rivolge infine al dottor House che solo guardando da lontano il suo riflesso sull’acqua dell’oceano gli comunica che la sua nausea è in realtà genetica ed incurabile perché dovuta all’abitudine di una prozia di rammendare vicino al caminetto. Sfinito si abbandona sulla sabbia, finché non sarà svegliato il giorno seguente da una noce di cocco lanciata da Rory Gillmore dopo l’ennesima lite col suo fidanzatino.
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(Y. Klein, Antropometrie)
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elf rules...
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